No!

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Subito dopo l'8 settembre 1943 centinaia di migliaia di militari italiani furono catturati dai tedeschi e trasferiti nei lager del Reich. Violando le convenzioni internazionali, Hitler non li considerò prigionieri di guerra ma “internati militari” (Imi, Italienische Militärinternierte – Internati militari italiani) per poterli meglio sfruttare come schiavi nell'economia di guerra. A più riprese fu loro offerta la possibilità di arruolarsi con i tedeschi o nelle forze armate della Repubblica di Salò, ma oltre seicentomila internati rifiutarono per venti mesi ogni collaborazione con la Germania nazista e la Rsi di Mussolini, scegliendo la “Via del lager” invece del ritorno a casa: decine di migliaia di essi morirono per gli stenti, le malattie, le violenze.

Della drammatica vicenda di quei seicentomila uomini, dal libro "La via del Lager" di Paolo Desana, da testimonianze ed interviste inedite, prende spunto lo spettacolo.